‘I did my best/ It wasn’t
so much/
I couldn’t feel, so I
learned to touch’
Leonard Cohen, da
Hallelujah
Per ‘connessione con la Madre’
noi qui intendiamo una capacità consapevole di contattare alcune qualità
essenziali del Femminile; tale capacità è innata e spontanea in ogni essere
vivente, ma può e deve essere coltivata da ogni essere umano, donna o uomo che
sia, affinché possa esprimersi in tutto il suo potenziale di guarigione. L’energia
della Madre può considerarsi un archetipo, cioè un modello universalmente
riconoscibile: ogni essere vivente è predisposto geneticamente per
riconoscerlo. Tuttavia entrare in connessione con esso è possibile se da
bambini ne abbiamo avuto una qualche esperienza. Il corpo della madre tocca,
contiene, riconosce e accoglie il bambino, il quale radica in lei il primo seme
del sentimento di Sé. Più la madre è presente nel suo corpo, più il suo livello
di coscienza è alto, più facilmente il bambino potrà percepire se stesso in
modo chiaro e consapevole. Da queste prime esperienze sensoriali (tattili, gustative,
olfattive, uditive, visive) ed energetiche nasce la nostra capacità di vivere con
fiducia il nostro corpo e il mondo che lo circonda come luoghi di piacere e
benessere, e sicuri per noi. Noi siamo esseri che imparano ‘rispecchiandosi’
nell’esperienza di coloro con cui entriamo in contatto. La madre ci dovrebbe
fornire un’esperienza di piacere tattile, di morbidezza, di odori rassicuranti,
di calore e accettazione, di suoni armonici, di pace e di calma, di ascolto,
dopo che per 9 mesi già abbiamo vissuto attraverso il cordone ombelicale tutta
la biochimica delle sue emozioni.
Se per qualche motivo la madre
non fornisce questo tipo di esperienza, l’identità e la costruzione di un’immagine
di Sé sana e solida vengono compromesse. L’individuo cresce fragile, del tutto
disconnesso da se stesso, poco radicato nel suo corpo e quindi nella realtà,
manipolabile e facilmente condizionabile, incapace di relazionarsi in modo
chiaro e onesto. Insomma, nella confusione e nel dolore, che col tempo creano la
malattia.
Se di madre biologica ne abbiamo
una sola, è però possibile ricevere l’energia dell’archetipo materno da altre
fonti: attraverso il padre, un adulto della famiglia o di altra provenienza
(per esempio un insegnante) perfino attraverso un animale. Oppure un terapeuta.
L’esperienza della Madre può
essere un percorso educativo se avviene in modo naturale, oppure rieducativo,
se ricevuto da altre figure significative che portano a compimento il processo
di maturazione del Sé, oppure può essere ottenuto durante un percorso terapeutico,
da adulti, quando il dolore di una crisi, di una depressione o di disagio
psicofisico ci spinge ad andare alla ricerca di ciò che ci manca. Quello che ci
manca è SEMPRE, all’inizio, la ricostruzione di una radice che ci colleghi alla
vita in modo sano e gioioso: che ne siamo coscienti oppure no, stiamo cercando
di guarire il nostro rapporto con la MADRE. L’opera di un genitore, di un insegnante,
di un terapeuta è sempre e comunque accompagnare l’individuo a riconoscere e ad
attivare in sé l’archetipo della Madre. Solo se siamo connessi con la Madre
interiore siamo capaci di scegliere il meglio per noi, di accompagnare gli
altri, di prenderci cura del nostro mondo in modo intuitivo.
Man mano che maturiamo, tagliamo
il cordone simbiotico che ci lega alla madre e alla famiglia, perdoniamo la
nostra madre biologica per i danni che ci ha eventualmente causato, e impariamo
a connetterci con la Madre interiore, cioè con la capacità di prenderci cura di
noi stessi in modo amorevole, riconoscendoci con gratitudine come figli della
Natura Madre che ci alimenta e sostiene. Quando siamo in contatto con l’archetipo
della Madre siamo nella gratitudine e nella generosità in modo giusto, e
riconosciamo ogni creatura come nostra pari (sviluppo dell’empatia). Infatti, una
volta che abbiamo imparato ad accogliere e nutrire noi stessi, possiamo
prenderci cura in modo amorevole del nostro prossimo. L’energia della madre è
utile con i bambini e i cuccioli di ogni specie, e anche in tutte le situazioni
in cui qualcuno davanti a noi è in una situazione di dolore o preoccupazione
(quindi in contatto col il ‘bambino emozionale’), un ammalato, un anziano, un
morente, una persona cioè che sta vivendo un disagio fisico o psichico. Qualche
volta, in qualche momento della vita, noi siamo sia la Madre sia il Bambino
bisognoso.
Ciò che sviluppa l’archetipo in
noi è la qualità del Cuore, la capacità di rendersi vuoti per permettere a ciò
che accade di essere accolto così com’è, senza alcun giudizio o pretesa di
cambiamento, ossia quello che noi definiamo Accettazione.