mercoledì 12 giugno 2019

La connessione con la Madre



‘I did my best/ It wasn’t so much/
I couldn’t feel, so I learned to touch’
Leonard Cohen, da Hallelujah

Per ‘connessione con la Madre’ noi qui intendiamo una capacità consapevole di contattare alcune qualità essenziali del Femminile; tale capacità è innata e spontanea in ogni essere vivente, ma può e deve essere coltivata da ogni essere umano, donna o uomo che sia, affinché possa esprimersi in tutto il suo potenziale di guarigione. L’energia della Madre può considerarsi un archetipo, cioè un modello universalmente riconoscibile: ogni essere vivente è predisposto geneticamente per riconoscerlo. Tuttavia entrare in connessione con esso è possibile se da bambini ne abbiamo avuto una qualche esperienza. Il corpo della madre tocca, contiene, riconosce e accoglie il bambino, il quale radica in lei il primo seme del sentimento di Sé. Più la madre è presente nel suo corpo, più il suo livello di coscienza è alto, più facilmente il bambino potrà percepire se stesso in modo chiaro e consapevole. Da queste prime esperienze sensoriali (tattili, gustative, olfattive, uditive, visive) ed energetiche nasce la nostra capacità di vivere con fiducia il nostro corpo e il mondo che lo circonda come luoghi di piacere e benessere, e sicuri per noi. Noi siamo esseri che imparano ‘rispecchiandosi’ nell’esperienza di coloro con cui entriamo in contatto. La madre ci dovrebbe fornire un’esperienza di piacere tattile, di morbidezza, di odori rassicuranti, di calore e accettazione, di suoni armonici, di pace e di calma, di ascolto, dopo che per 9 mesi già abbiamo vissuto attraverso il cordone ombelicale tutta la biochimica delle sue emozioni.
Se per qualche motivo la madre non fornisce questo tipo di esperienza, l’identità e la costruzione di un’immagine di Sé sana e solida vengono compromesse. L’individuo cresce fragile, del tutto disconnesso da se stesso, poco radicato nel suo corpo e quindi nella realtà, manipolabile e facilmente condizionabile, incapace di relazionarsi in modo chiaro e onesto. Insomma, nella confusione e nel dolore, che col tempo creano la malattia.
Se di madre biologica ne abbiamo una sola, è però possibile ricevere l’energia dell’archetipo materno da altre fonti: attraverso il padre, un adulto della famiglia o di altra provenienza (per esempio un insegnante) perfino attraverso un animale. Oppure un terapeuta.
L’esperienza della Madre può essere un percorso educativo se avviene in modo naturale, oppure rieducativo, se ricevuto da altre figure significative che portano a compimento il processo di maturazione del Sé, oppure può essere ottenuto durante un percorso terapeutico, da adulti, quando il dolore di una crisi, di una depressione o di disagio psicofisico ci spinge ad andare alla ricerca di ciò che ci manca. Quello che ci manca è SEMPRE, all’inizio, la ricostruzione di una radice che ci colleghi alla vita in modo sano e gioioso: che ne siamo coscienti oppure no, stiamo cercando di guarire il nostro rapporto con la MADRE. L’opera di un genitore, di un insegnante, di un terapeuta è sempre e comunque accompagnare l’individuo a riconoscere e ad attivare in sé l’archetipo della Madre. Solo se siamo connessi con la Madre interiore siamo capaci di scegliere il meglio per noi, di accompagnare gli altri, di prenderci cura del nostro mondo in modo intuitivo.
Man mano che maturiamo, tagliamo il cordone simbiotico che ci lega alla madre e alla famiglia, perdoniamo la nostra madre biologica per i danni che ci ha eventualmente causato, e impariamo a connetterci con la Madre interiore, cioè con la capacità di prenderci cura di noi stessi in modo amorevole, riconoscendoci con gratitudine come figli della Natura Madre che ci alimenta e sostiene. Quando siamo in contatto con l’archetipo della Madre siamo nella gratitudine e nella generosità in modo giusto, e riconosciamo ogni creatura come nostra pari (sviluppo dell’empatia). Infatti, una volta che abbiamo imparato ad accogliere e nutrire noi stessi, possiamo prenderci cura in modo amorevole del nostro prossimo. L’energia della madre è utile con i bambini e i cuccioli di ogni specie, e anche in tutte le situazioni in cui qualcuno davanti a noi è in una situazione di dolore o preoccupazione (quindi in contatto col il ‘bambino emozionale’), un ammalato, un anziano, un morente, una persona cioè che sta vivendo un disagio fisico o psichico. Qualche volta, in qualche momento della vita, noi siamo sia la Madre sia il Bambino bisognoso.
Ciò che sviluppa l’archetipo in noi è la qualità del Cuore, la capacità di rendersi vuoti per permettere a ciò che accade di essere accolto così com’è, senza alcun giudizio o pretesa di cambiamento, ossia quello che noi definiamo Accettazione.

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