lunedì 26 novembre 2012

La logica del DNA

Ho osservato a lungo i meccanismi per cui ciascuno tende a difendere e conservare se stesso, e ho notato che tali meccanismi legati alla sopravvivenza vengono applicati oltre che alla propria persona, anche a coloro che hanno un materiale genetico simile, con una intensità che mi pare direttamente proporzionale alla vicinanza genetica. In primo luogo i figli e i fratelli, coi quali condividiamo il 50% del patrimonio genetico; all'interno di questo imperativo conservativo pare esservi una sotto-legge, che impone di privilegiare chi è più giovane ( dal punto di vista della natura, più una persona è giovane, più il DNA delle sue cellule dovrebbe essere puro, pulito e conforme all'originale, quindi utile per la specie). Quindi, i figli vengono prima dei fratelli, e questi vengono prima dei genitori o dei nonni. In un ipotetico gioco di buttare giù dalla torre per esclusione, ciascuno di noi troverebbe logico seguire la logica della contiguità del patrimonio genetico e salverebbe se stesso e i propri figli, e messo alle strette, solo i figli. 
Questo comportamento biologicamente significativo a mio parere spiega perché sono tanto radicati i costumi sociali di favorire nella lotta per la sopravvivenza (leggi posti di lavoro, ricchezze, sicurezze sociali, privilegi) innanzitutto i propri famigliari. E' un'inconscia ma potente spinta a preservare il proprio DNA. Più la sopravvivenza è minacciata, più sono forti i legami famigliari e i tabù e le prescrizioni a loro connessi. 
Man mano che una società si evolve dal punto di vista culturale e spirituale, più si tende a distanziarsi dalla logica del DNA e si creano logiche più artificiali, ma che nascostamente seguono sempre la stessa impronta. Chi è simile a me per nazionalità, censo, tipologia di studi, tipo di lavoro svolto, simpatie politiche etc io lo vivo come mio 'contiguo' e tenderò a difenderlo. Basta creare una 'famiglia' con un terreno comune legato alla sopravvivenza (o alla percezione, vera o falsa, di una minaccia a essa), e subito un appartenente tende a mettere in atto i meccanismi della sopravvivenza, della difesa, dell'identificazione. La famiglia mafiosa, la 'grande famiglia' della ditta o del partito o della squadra, e così via. Al posto del DNA genetico c'è un dna culturale, una bandiera, un tratto comune che viene vissuto come essenziale alla sopravvivenza dell'identità, e che deve essere protetto da chiunque o qualunque cosa costituisca una minaccia alla sua integrità.
Come in ogni legge naturale esistono le eccezioni e le aberrazioni dovute a una alterazione dell'informazione a un qualche livello ( per ex coloro che uccidono un parente per gelosia o per raptus etc), ma non a caso da sempre i delitti contro 'il proprio sangue' sono considerati contro natura, mentre quelli verso un non parente, fosse ben un coniuge o uno straniero, vengono percepiti come meno gravi.
Il DNA non è solo una sequenza di proteine: è anche una forma di coscienza che possiede memoria e volontà (come hanno ormai dimostrato numerosi esperimenti ed esperienze come la psicologia transpersonale o le costellazioni famigliari, o la sociobiologia). 
Questa coscienza tende a creare delle proiezioni transpersonali intorno a sé, che vanno portate alla consapevolezza per non essere vissute in modo cieco e passivo, o per non essere trascurate (come fa per esempio la tecnologia che  manipola il materiale genetico non tenendo conto di eventuali conseguenze). 

Scegliere di non favorire un figlio o un parente in un concorso, o di non privilegiare un iscritto a una corporazione, o di non discriminare una persona con la pelle o la religione o il passaporto diversi dai miei, sono tutti comportamenti fortemente culturali, che richiedono uno sforzo di disidentificazione e una maturazione psicologica notevole. Contengono un elemento fortemente innaturale, dove la cultura dell'uguaglianza deve sostituire la logica del DNA. Ma perché questo genere di comportamenti diventino socialmente rilevanti bisogna ASSOLUTAMENTE far diminuire il pericolo della non sopravvivenza e del timore biologico ad esso associato. Se io e i miei figli abbiamo da mangiare, un tetto e degli abiti, scuole e sanità, istruzione, allora sarò felice di condividere, ma se tutto ciò mi manca allora percepirò chiunque altro come una minaccia, cercherò di favorire il mio DNA e farò anche la guerra, se necessario, a chi ha un DNA genetico, e poi, allargando la sfera concentrica, culturale, religioso, sociale, planetario, diverso dal mio. Una forma di educazione a quella innaturale nonché meravigliosamente evolutiva legge dell'uguaglianza (non solo tra gli esseri umani, ma con tutti gli esseri senzienti) può fondarsi solo su una percezione dell'abbondanza.

venerdì 9 novembre 2012

Corpo ed energia

Il corpo è me stesso. Un centro di energia che scambia energia con l'universo che lo circonda.
Se il corpo è stanco, esaurito, rigido, dolente, anche il mio intero essere al mondo diventa triste e dolente, i miei pensieri diventano rigidi e stereotipati. Divento infelice e insensibile, fino a non rendermene più conto.

Se perdo il contatto col mio corpo, se perdo coscienza delle sue parti e della sua interezza, divento isolato da me stesso, dalle mie emozioni e dagli altri. Senza il corpo, non sono al mondo, sono assente, vuoto, virtuale, falso, manipolabile. E' il flusso dell'energia che scorre in me a darmi la vita, e più il corpo è vivo, il respiro profondo, più l'energia scorre.

Il corpo sa parlare: attraverso i gesti, la postura, la voce, le rigidità, racconta la storia delle paure e dei traumi, delle emozioni e dei bisogni repressi, delle stanchezze che nel tempo, dal momento del concepimento in poi, plasmano lo psicosoma. Ma il corpo sa anche accogliere il piacere, il benessere, l'amore, l'energia, sa liberarsi e ricostruirsi intorno al proprio centro vitale e vibrante, almeno fino a quando il danno ricevuto non è stato così devastante da ledere il nucleo. 

Attraverso le tecniche di lavoro corporeo olistico si può aiutare la persona a ritrovare un benessere cosciente, la morbidezza dei gesti e dei pensieri, l'amore e la cura di sé, la coscienza dello scorrere di livelli di energia sempre più alti. E se sto bene in me, sono più aperto al mondo, agli altri, che reagiranno in modo differente alla mia apertura.

Il lavoro sul corpo dà serenità interiore, equilibrio, consapevolezza, migliore resistenza allo stress, allevia i disturbi fisici ed emotivi dovuti a rigidità, nervosismo, tensione. Può essere il punto di partenza per ricostruire una solida base di salute globale. Per questo, nessun lavoro di salute può escludere il radicamento nel corpo e la ricostruzione di un senso del Sé che ha per base un 'corpo vissuto', e non un corpo oggetto che si guasta e si ripara come un oggetto meccanico.


giovedì 8 novembre 2012

Futuro possibile

Quando la mia numerosa generazione, quella dei baby boomers, nata negli anni '60, era giovane, il mondo era pieno zeppo di giovani. La maggioranza dei vecchi se ne andava abbastanza presto, consumata dalla fatica (si diventava vecchi intorno ai 50, allora), i nostri genitori erano diventati adulti molto presto, e il mondo, si diceva, era dei giovani. La mia generazione se lo è sentita ripetere all'infinito, perché eravamo tanto numerosi che non si poteva ignorarci, eravamo una maggioranza, facevamo casino, e in ogni caso costituivamo per i lungimiranti un bacino inesauribile di futuri e longevi consumatori, (una volta che avessimo smesso di essere inquieti e anticonformisti). Tra una generazione capace di accontentarsi di poco (quale era quella dei vecchi, molti dei quali sopravvissuti a un certo numero di guerre e stermini) e una generazione numerosa, scontenta e avida di cambiamento, noi eravamo più appetibili su ogni fronte. 

Sappiamo che le magnifiche sorti e progressive sono soggette a cicli, come ogni cosa su questa terra. Il ciclo dell'abbondanza ora si sta esaurendo, semplicemente perché la velocità del produrre per consumare si sta scontrando con le risorse di un pianeta limitato. Abbiamo appena cominciato a rendercene conto, ma quando la quadratura di Urano e Plutone sarà esaurita, ci sarà chiaro. E per allora, la generazione degli ex-giovani si starà avviando alla vecchiaia. Saremo molti di più dei giovani di adesso, che saranno poveri e non avranno tempo né risorse per accudirci, oltre ad essere incazzati perché (loro sì) sono nati nel paese dei balocchi, sono stati allevati nelle stie strette del consumo coatto, assuefatti a bisogni sempre più sofisticati, e troveranno duro essere messi in astinenza da consumo per mano dellla povertà.
Allora, la mia generazione, dovrà invecchiare dignitosamente inventandosi qualcosa, e questo qualcosa sarà una parola magnifica, SOLIDARIETA'. Chi avrà di più aiuterà chi avrà di meno. Si creeranno delle comuni (il sogno della nostra gioventù) dove uno avrà la casa, un altro l'auto, uno un orto e un altro qualche nozione di medicina per curare gli altri. o qualche soldo da parte. Niente stato sociale, niente pensioni, niente soldi da spendere, niente medicine costose, non saremo più interessanti e il mondo si dimenticherà di noi. Ci accompagneremo l'un l'altro, toglieremo il disturbo in fretta, e se saremo abbastanza intelligenti e furbi, in modo naturale. Detto così, pare perfino bello. Si chiama resilienza, la capacità di trasformare le catastrofi in occasioni di crescita. 

martedì 6 novembre 2012

Memoria corporea come base della salute mentale

Una cosa è vivere perennemente centrati nella mente portandosi il corpo appresso come un'appendice, come uno strumento da sfruttare, una cosa è vivere centrati nel corpo, vivendo la mente come uno strumento da utilizzare quando necessario. La consapevolezza focalizzata sulla mente è razionale, analitica, selettiva, la consapevolezza basata sul corpo è intuitiva, diffusa, inclusiva.
Una persona sana sa scivolare dall'una all'altra, ma vive prevalentemente nella seconda. Questa permette di rimanere centrati nel presente, in contatto con la realtà e i bisogni, con il flusso dei vissuti fisiologici e propriocettivi, emotivi; imparare a sostenere qui e ora la verità di ciò che il nostro psicosoma esprime, in relazione a se stesso e alla realtà che lo circonda, gradevole o sgradevole che sia, viene chiamato dalla tradizione 'meditazione', e in senso psicodinamico contribuisce a costruire un Sé stabile maturo e flessibile. 
Poiché la memoria corporea si stratifica e si organizza su livelli di complessità e profondità successivi (come in ogni sistema in perenne ricerca di equilibrio), questo processo non ha mai fine. Un nucleo di esperienze corporee piacevoli e libere da sensi di colpa può fornire ad ogni età, ma specie ai bambini, una base neurologica e psicologica che può permettere l'integrazione e la rielaborazione di successive (o pregresse) esperienze traumatiche che sono tanto più difficili da digerire e superare quanto più la persona è radicata nella mente e non nel corpo. 

Esistono infiniti studi sulla relazione inversamente proporzionale tra cure tattili ricevute da cuccioli e livello di aggressività per esempio, come infinite esperienze soggettive sui cambiamenti indotti nella qualità della propria vita dalle esperienze corporee consapevoli. Un lavoro educativo fondato sulla consapevolezza corporea e sulla propria fiducia in essa potrebbe avere vaste conseguenze sia sul livello di coscienza degli individui all'interno della società e del mondo ecologico, sia sulla quantità di aggressività inconscia riversata sul prossimo, sia sulla autoresponsabilità rispetto alla salute, ai propri ritmi vitali, ai propri bisogni. Tale lavoro educativo sarebbe di gran lunga l'attività più rivoluzionaria che si possa immaginare. Un essere umano radicato nella verità del proprio sentire corporeo è difficilmente manipolabile, sfruttabile, falso o attratto da stili di vita per lui insani. 

Gran parte delle pratiche orientate sul corpo dovrebbero essere utilizzate come pratiche educative ( o rieducative), o terapeutiche nel caso che il danno fatto all'integrità del Sé sia più grave. Dagli anni '70 fino a oggi sia la psicoterapia orientata sul corpo sia le cosiddette tecniche olistiche orientate verso il preservare la salute ai sani hanno fatto un grande lavoro teorico e pratico per indirizzare sempre più persone verso una consapevolezza di sé più ampia studiando, utilizzando e ri-utilizzando strumenti vecchi e nuovi. Di tecniche ce ne sono moltissime, ma citerò quelle che ho sperimentato personalmente, il Rolfing (e la sua versione più evoluta la Postural Integration), l'educazione psicofisica Trager/Menatastics, la Tecnica Metamorfica, il Bilanciamento Cranio-sacrale, lo Zero-balancing, la Bioenergetica, lo Shiatzu, le meditazioni catartiche della scuola di Osho, la Vipassana, il Reiki. 
A mio avviso non importa tanto quale tecnica si utilizza (oramai ogni giorno ne spunta una nuova che quasi sempre ricicla e rimastica materiale già sperimentato, dandogli nuovi nomi per rendersi appetibile sul piano commerciale e recintare fette di mercato a colpi di copyright), ma 
1) l'obiettivo per cui si lavora, e cioè un concetto di salute condiviso inteso come un dispiegamento del potenziale umano dove è la persona e non l'accompagnatore a stabilire il percorso  
(2) il livello sul quale si lavora (per esempio dividendo la pratica educativa, rieducativa o terapeutica con buona pace di chi ha bisogno di mettere i recinti - in ogni caso, in un'ottica non autoritaria, non dovrebbero essere le lauree e i diplomi a offrire garanzie di qualità (cosa che non fanno sempre) ma la propria esperienza e il libero mercato. 



lunedì 5 novembre 2012

I pianeti generazionali

I tre pianeti esterni Urano Nettuno e Plutone a causa della loro lentezza si soffermano in un segno per molti anni, caratterizzando con la loro influenza ogni generazione. E' molto interessante studiare le conseguenze generazionali dei pianeti lenti, che a seconda dei segni occupati e dei rapporti angolari che creano tra di loro influenzeranno le visioni di progresso (i 7 anni di Urano), i gusti le mode gli orientamenti creativi e spirituali (i 14 anni di Nettuno), l'incanalamento e la gestione degli istinti, della sessualità, dell'aggressività (i 18/30 anni dell'irregolare Plutone). A seconda di come queste presenze poi si combinano coi pianeti personali di nascita avremo il modo peculiare con cui ogni individuo reagisce e recepisce lo 'spirito del tempo'. I limiti temporali del passaggio da un segno all'altro non coincidono per tutti e tre, sicché il trapasso da una generazione all'altra non è mai netto, ma sfumato.

Oggi parlerò della mia generazione, e precisamente di chi ha
1 - Urano in Leone ( dall'11/06/1956 al 10 /08/1962 )
2 - Nettuno in Scorpione ( dal 20/10/1956 al 06/11/1970) 
3 - Plutone in Vergine (dal 21/10/1956 al 05/10/1971) 

1 - Bisogno forte di autoaffermazione, indipendenza e individualismo, insofferenza per l'autorità e il conformismo. Lo slancio vitale è indirizzato verso la creatività e la gioia, verso la volontà di trasformare la realtà in modo impulsivo e radicale.
2 - Bisogno di vivere con totalità e intensità le emozioni (fu l'epoca del rock), le esperienze dei sensi, lo scambio sessuale ed emotivo. Ogni esperienza fa parte di una ricerca spirituale ed estatica, di un bisogno di trascendere il limite, di mettere alla prova ciò che è scontato nella visione della realtà. Onestà di fondo e desiderio di indagare a livelli più profondi, interesse per i segreti della vita.
3 -  Profonda connessione con l'ordine universale, con il lavoro e la fatica, con l'impegno a costruire e preservare il mondo con le sue risorse naturali. Importanza data alla formazione, alla solidità, alla tecnologia, all'ordine in cui ognuno deve fare la sua parte.

venerdì 2 novembre 2012

Traduzione italiana di un articolo di Bruce Levine PhD


Perché gli anti-autoritari sono diagnosticati come malati mentali
Nella mia carriera di psicologo ho parlato con centinaia di persone che erano state diagnosticate in precedenza da altri terapeuti con disturbo oppositivo provocatorio, disturbo iperattivo con deficit d’attenzione, ansia e altre malattie psichiatriche, e sono impressionato da quanti di quei diagnosticati siano essenzialmente anti-autoritari, e quanti invece dei terapeuti che li hanno esaminati non lo siano.
La questione degli anti-autoritari è domandarsi se un’autorità sia legittima prima di prenderla sul serio. Valutare la legittimità di un’autorità include l’accertarsi se l’autorità stessa sa di cosa sta parlando, se è onesta, e se ha a cuore le persone che la stanno rispettando. E quando gli anti-autoritari stimano che un’autorità sia illegittima, la sfidano e fanno resistenza – talvolta aggressivamente talvolta in modo aggressivo-passivo, a volte saggiamente a volte no.
Alcuni attivisti lamentano che negli Stati Uniti sembrano esserci pochi anti-autoritari. Una ragione potrebbe essere che molti anti-autoritari naturali vengono attualmente psicopatologizzati e sottoposti a cura prima che raggiungano consapevolezza politica circa le autorità più oppressive della società.
Perché i professionisti della salute mentale diagnosticano gli anti-autoritari come malati mentali
Essere accettati a una scuola superiore o una scuola di medicina e raggiungere un titolo PhD o MD e diventare uno psicologo o uno psichiatra significa superare molte prove, ognuna delle quali richiede molta compiacenza di tipo comportamentale e di attenzione verso l’autorità, anche a quelle autorità verso cui non si nutre rispetto. La selezione e la socializzazione dei professionisti della salute mentale tende a tagliar fuori molti anti-autoritari.  Avendo frequentato per una decina d’anni il campo dell’educazione superiore, sono al corrente del fatto che  i titoli e le credenziali sono le chiavi d’accesso al conformismo. Chi ha un livello elevato di scolarità vive per molti anni in un ambiente in cui ci si conforma in automatico alle richieste dell’autorità. Così, per molti specialisti (MD e PhD) , le persone diverse da loro che rifiutano questa accondiscendenza appaiono provenire da un altro mondo, da diagnosticare.
Ho trovato che la maggior parte degli psicologi, degli psichiatri e dei professionisti della salute mentale son sono particolarmente compiacenti con l’autorità, ma sono anche inconsapevoli dell’enormità della loro obbedienza. E mi è chiaro anche che l’anti-autoritarismo dei loro pazienti crea loro enorme ansia, dopodiché la loro ansia alimenta diagnosi e trattamenti.
Nella mia formazione………quando mi fu segnalato da alcuni docenti che avevo ‘problemi con l’autorità’, ebbi sentimenti contrastanti per questa etichetta. Da un lato, lo trovai divertente, perché tra i ragazzini proletari con cui ero cresciuto, io ero considerato piuttosto compiacente con l’autorità. Dopo tutto, avevo fatto i miei compiti, studiato e preso buoni voti. Tuttavia, mentre la mia nuova etichetta di ‘problema con l’autorità’ mi faceva sorridere perché ora venivo visto come un ‘cattivo ragazzo’, allo stesso tempo mi preoccupai molto per il tipo di professione che avevo intrapreso.  In specifico, se qualcuno come me veniva catalogato come problematico verso l’autorità, come avrebbero definito i ragazzini con cui ero cresciuto, i quali davano attenzione a molte cose che interessavano loro, ma non gli importava abbastanza della scuola? Bene, la risposta presto divenne chiara.
Diagnosi di malattia mentale per gli anti-autoritari
Un articolo dello  Psychiatric Times del 2009 intitolato “ADHD & ODD: Confronting the Challenges of Disruptive Behavior” annunciava che le ‘sindromi disgregatrici’ che includono disordine da iperattività e deficit d’attenzione (attention deficit hyperactivity disorder (ADHD)) e disordine da opposizione provocatoria ( opposition defiant disorder (ODD)), sono i problemi di salute mentale più comuni tra i bambini e gli adolescenti. L’ ADHD è caratterizzata da scarsa attenzione e distraibilità, scarso autocontrollo e iperattività. L’ ODD è definito come “un modello di comportamento negativo, ostile, e insolente senza le più serie violazioni dei diritti basici degli altri che si trovano nel disordine di condotta”; i sintomi dell’ ODD includono “spesso resistenza attiva o rifiuto di seguire le richieste e le regole degli adulti”, nonché “ frequenti discussioni con gli adulti”.   
Lo psicologo Russell Barkley, una delle massime autorità sull’ADHD dice che chi è affetto da ADHD ha dei deficit in quello che egli chiama ‘comportamento governato da regole’, è meno rispondente alle regole delle autorità costituite e meno sensibile alle conseguenze positive o negative. I giovani affetti da ODD, secondo la maggioranza delle autorità della salute mentale, hanno anch’essi i cosiddetti deficit nel comportamento dettato da regole, e così di solito accade che molti giovani abbiano una ‘diagnosi contesa’ di  AHDH e ODD.
Davvero vogliamo diagnosticare e curare tutti coloro che hanno ‘ deficit nel comportamento governato da regole’?
Albert Einstein, da ragazzo, avrebbe ricevuto una diagnosi di  ADHD diagnosis, e forse anche di ODD. Albert non seguiva gli insegnanti, fallì per due volte gli esami di ammissione all’università, e aveva difficoltà a mantenere un’occupazione. Tuttavia, il biografo di Einstein Ronald Clark (Einstein: The Life and Times) asserisce che i problemi di Albert non provenivano da deficit d’attenzione ma piuttosto dal suo astio verso la disciplina autoritaria, prussiana delle sue scuole. Einstein disse: “Gli insegnanti della scuola elementare mi sembravano come sergenti, e gli insegnanti del ginnasio erano come i tenenti.”. A 13 anni, Einstein la difficile Critica della Ragion Pura di Kant – perché gli interessava. Anche Clark ci dice che Einstein rifiutò di prepararsi per l’ammissione al college  come una ribellione contro l’insopportabile’ percorso paterno verso una ‘professione pratica’. …..La caratteristica principale di Einstein che irritava l’autorità fu esattamente quella che gli permise di eccellere. 
Secondo gli standard odierni, Saul Alinsky, il leggendario organizzatore e autore di Reveille for Radicals e Rules for Radicals, sarebbe stato certamente diagnosticato con una o più sindromi distruttive. Ricordando la sua infanzia, Alinsky disse “ non avevo mai pensato di camminare sui prati finché non vidi un cartello con su scritto ‘ vietato calpestare l’erba’. Allora mi venne voglia di saltarci sopra..” …..

Molte persone con gravi ansie e/o depressioni sono anche anti-autoritari. Spesso il principale  dolore che li affligge e che alimenta la loro ansia e/o depression è la paura che il loro disprezzo per l’autorità illegittima causerà loro una marginalizzazione finanziaria e sociale; ma d’altro lato essi temono che essere complici di quelle illegittime autorità causerà loro una morte spirituale.
 Ho passato molto tempo con persone che una volta nella loro vita hanno avuto pensieri e comportamenti che erano così bizzarri da creare timori nelle loro famiglie o in loro stessi; costoro erano stati dignosticati come affetti da schizofrenia o altre psicosi, ma poi avevano recuperato appieno e avevano poi per molti anni condotto vite produttive. In queste persone, non ho mai incontrato nessun che io non possa considerare in primo luogo un anti-autoritario. Una volta recuperati, costoro avevano imparato a canalizzare il loro anti-autoritarismo verso più costruttivi obiettivi politici, ivi inclusa la riforma dei trattamenti di salute mentale.
 Molti anti-autoritari che durante la loro vita sono stati diagnosticati come malati mentali mi hanno riferito che una volta ricevuta l’etichetta di diagnosi psichiatrica, sono caduti in un dilemma. Gli autoritari, per definizione, chiedono obbedienza cieca, e quindi ogni resistenza alle diagnosi e ai  trattamenti crea enorme ansia  nei professionisti della salute mentale autoritari; e tali professionisti, sentendo venir meno il controllo, bollavano con l’etichetta “ non disponibile alla cura”, aggravavano la severità delle diagnosi, e aumentavano le dosi dei farmaci. Questo atteggiamento faceva arrabbiare questi anti-autoritari, qualche volta a tal punto che reagivano in modi che li facevano sembrare ancora più preoccupanti per i loro famigliari.
 Ci sono anti-autoritari che fanno uso di farmaci psichiatrici per aiutarsi a funzionare meglio, ma che spesso rifiutano le spiegazioni dell’autorità psichiatrica sul perché hanno difficoltà a funzionare. Così, per esempio, magari prendono l’Adderall ( un’anfetamina prescritta per l’ADHD), ma sanno che i loro problemi di attenzione non sono il risultato di un deficit biochimico del cervello, ma sono causati da un lavoro noioso. There are anti-authoritarians who use psychiatric drugs to help them function, but they often reject psychiatric authorities’ explanations for why they have difficulty functioning. E similmente, molti anti-autoritari che vivono in un ambiente altamente stressante potranno occasionalmente vedersi prescrivere benzodiazepine come lo Xanax, anche se magari pensano che potrebbero con miglior sicurezza usare di tanto in tanto uno spinello di marijuana ma non lo fanno a causa dei test antidroga che potrebbero far loro sul lavoro.
Nella mia esperienza, molti anti-autoritari classificati con diagnosi psichiatriche di solito non rifiutano tutte le autorità, ma solo quelle che essi giudicano illegittime, il che accade con una gran quantità di autorità sociali.

Mantenere lo status quo sociale.
Gli Americani sono stati sempre più indirizzati  durante il processo di socializzazione a equiparare la disattenzione, la rabbia, l’ansia e la disperazione che paralizza a una condizione medica, e a cercare cure a base di farmaci piuttosto che riforme sociali. Quale modo migliore di mantenere lo status quo che classificare il deficit di attenzione, la rabbia, l’ansia e la depression come problemi biochimici di coloro che sono malati di mente, piuttosto che ovvie reazioni a una società sempre più autoritaria. 
La verità è che la depressione è altamente associate alle paure sociali ed economiche. Un individuo ha più probabilità di entrare in depressione se è disoccupato, sottooccupato, assistito dalla carità pubblica o indebitato (vedi  “400% Rise in Anti-Depressant Pill Use”).  E i ragazzini diagnosticati ADHD mostrano attenzione quando sono essi stessi attenzionati, o quando un’attività è nuova ed insolita, o è scelta da loro stessi (documentato nel mio Commonsense Rebellion).
In epoche oscure, le monarchie autoritarie si alleavano con le istituzioni religiose autoritarie. Quando il mondo uscì finalmente da tali epoche ed entrò nell’Illuminismo, ci fu un’esplosione di energia. Molta di questa rinascita fu dovuta alla capacità di assumersi il rischio di essere scettici verso le istituzioni autoritarie e corrotte, e riguadagnare fiducia nella propria ragione.  Ora noi siamo in un’altra epoca oscura, solo le istituzioni sono cambiate. Gli Americani hanno un bisogno disperato di anti-autoritari che mettano in dubbio, sfidino e resistano alle nuove illegittime autorità, e riacquistino fiducia nel proprio buon senso.
 In ogni generazione ci saranno autoritari a anti-autoritari. Mentre è insolito nella storia Americana che gli anti-autoritari intraprendano azioni effettive che ispirino altri a una ribellione concreta, di tanto in tanto appaiono un Tom Paine, un Cavallo Pazzo, o un Malcolm X. Sicché gli anti-autoritari marginalizzano finanziariamente coloro che rifiutano il sistema, psicopatologizzano gli anti-autoritari, e prescrivono farmaci per ‘curarli’.  Bruce Levine, Ph.D.
Pubblicato il 26 febbraio 2012  sul sito www.madinamerica.com
Nota: La traduzione è mia, a solo scopo di far conoscere questo autore a chi non sa l'inglese. Se inavvertitamente avessi infranto qualche regola di diritti d'autore provvederò a rimuoverla ove richiesto.

Transiti, crisi spirituali e Matrici perinatali

Secondo lo psichiatra transpersonale Stan Grof, ogni essere umano sperimenta alla nascita un processo in 4 stadi che sono caratterizzati da emozioni e sensazioni tipiche (egli le ha chiamate 'matrici perinatali'): inoltre, ogni fase si presenta accompagnata da immagini simboliche caratterizzanti, che possono essere esplorate quando da adulti si rivive il processo della nascita in stati di coscienza particolari.
La prima matrice si riferisce alle impressioni uterine dell''universo amniotico' prima dell'inizio del parto.
La seconda si rifà alle esperienze dell'inizio delle contrazioni prima dell'apertura della cervice uterina (precipitazione e impossibilità di uscita).
La terza attiene alle esperienze di 'lotta di morte e rinascita' legate al procedere lungo il canale del parto.
La quarta matrice perinatale infine rifletterebbe l'esperienza di separazione dal corpo materno. Ogni matrice possiede, secondo Grof, aspetti biochimici, psicologici, archetipici e spirituali. La qualità di queste esperienze iniziali modellerebbe la coscienza secondo schemi fisiologici, cognitivi, emotivi, che si stratificano nel corpo e nella psiche lungo il tempo della vita, e tendono a riproporsi inconsciamente come modelli di reazioni comportamentali tipici di un individuo ( Grof li chiama COEX, cioè costellazioni di esperienze condensate).
I sistemi COEX si ancorano dunque a uno specifico aspetto della nascita, ma non organizzano solo l'inconscio individuale, bensì l'intero inconscio collettivo. "I sistemi COEX influenzano il modo con cui percepiamo noi stessi, le altre persone e il mondo, costituiscono le forze dinamiche alla base dei sintomi psicosomatici e demotivi, preparano lo scenario per le difficoltà che abbiamo nel metterci in relazione con noi stessi e il prossimo." Grof, da La mente olotropica, 1996
La fenomenologia delle quattro BMP presenta un incredibile parallelismo con le esperienze associate in astrologia ai 4 pianeti transpersonali ( riportata da Grof in Quando accade l'impossibile, 2006 e da me sperimentata e verificata in numerose osservazioni).
La Matrice I è associabile all'archetipo Nettuno, sia nell'accezione positiva di sentimento di unità cosmica, sia nei suoi risvolti perinatali regressivi dove la dissoluzione dei confini perde la natura mistica e assume una valenza psicotica, paranoide, di perdita dei confini dell'Io e scivolamento verso stati di intossicazione da droghe di diverso tipo.
La Matrice II, associata a chiusura, percezione di limiti, costrizione, oppressione e schiacciamento nell'utero non ancora aperto (radici di una COEX radicata nel pessimismo, nel senso di colpa, incapacità di godere, depressione, claustrofobia, inferiorità e perdita di connessione col tutto) è facilmente riconducibile a Saturno. Nella Matrice III, che  include 'la spinta di una forza dinamica elementare, lo scontro di energie titaniche, l'estasi dionisiaca, il sesso, la morte, la rinascita,...(l'incontro con) il mondo sotterraneo, urbano, criminale, psicologico, sessuale e mitologico....' si riconoscono le tematiche simboliche di Plutone.
Infine, la BMP IV, che prevede l'espulsione e l'affacciarsi alla vita, ed è alla radice della soluzione pratica e repentina di situazioni rigide, di intuizioni fulminee e rotture col passato, di liberazione da costrizioni verso nuovi orizzonti di libertà, richiama senz'altro l'incontro con Urano. Secondo le scoperte del dr.Richard Tarnas (riportate da Grof), il confronto con queste matrici si attiva spontaneamente durante i transiti dei 4 pianeti sui punti significativi del tema natale (secondo la mia esperienza, particolarmente sulla Luna e sul Sole radix). Secondo Grof, 'l'astrologia dei transiti si è dimostrata la stele di Rosetta della ricerca sulla coscienza, che fornisce una chiave per capire natura e contenuti degli stati olotropici presenti, passati e futuri, spontanei e indotti.'op. cit., cap.51
Il transito dei pianeti lenti (non a caso chiamati da H. Sasportas 'gli dei del cambiamento') sui nostri punti sensibili, che dura in genere almeno un paio di anni, specie in quadratura e opposizione, apre una specie di 'finestra' sulla nostra consapevolezza e ci permette di prendere coscienza delle COEX appropriandoci della nostra evoluzione. Il grado di diversa ricettività e impatto naturalmente (e in armonia con l'astrologia tradizionale) dipende dalla situazione natale del pianeta interessato, dalla casa di collocazione e dalla conseguente confidenza iniziale con l'archetipo che transita.