Quando la mia numerosa generazione, quella dei baby boomers, nata negli anni '60, era giovane, il mondo era pieno zeppo di giovani. La maggioranza dei vecchi se ne andava abbastanza presto, consumata dalla fatica (si diventava vecchi intorno ai 50, allora), i nostri genitori erano diventati adulti molto presto, e il mondo, si diceva, era dei giovani. La mia generazione se lo è sentita ripetere all'infinito, perché eravamo tanto numerosi che non si poteva ignorarci, eravamo una maggioranza, facevamo casino, e in ogni caso costituivamo per i lungimiranti un bacino inesauribile di futuri e longevi consumatori, (una volta che avessimo smesso di essere inquieti e anticonformisti). Tra una generazione capace di accontentarsi di poco (quale era quella dei vecchi, molti dei quali sopravvissuti a un certo numero di guerre e stermini) e una generazione numerosa, scontenta e avida di cambiamento, noi eravamo più appetibili su ogni fronte.
Sappiamo che le magnifiche sorti e progressive sono soggette a cicli, come ogni cosa su questa terra. Il ciclo dell'abbondanza ora si sta esaurendo, semplicemente perché la velocità del produrre per consumare si sta scontrando con le risorse di un pianeta limitato. Abbiamo appena cominciato a rendercene conto, ma quando la quadratura di Urano e Plutone sarà esaurita, ci sarà chiaro. E per allora, la generazione degli ex-giovani si starà avviando alla vecchiaia. Saremo molti di più dei giovani di adesso, che saranno poveri e non avranno tempo né risorse per accudirci, oltre ad essere incazzati perché (loro sì) sono nati nel paese dei balocchi, sono stati allevati nelle stie strette del consumo coatto, assuefatti a bisogni sempre più sofisticati, e troveranno duro essere messi in astinenza da consumo per mano dellla povertà.
Allora, la mia generazione, dovrà invecchiare dignitosamente inventandosi qualcosa, e questo qualcosa sarà una parola magnifica, SOLIDARIETA'. Chi avrà di più aiuterà chi avrà di meno. Si creeranno delle comuni (il sogno della nostra gioventù) dove uno avrà la casa, un altro l'auto, uno un orto e un altro qualche nozione di medicina per curare gli altri. o qualche soldo da parte. Niente stato sociale, niente pensioni, niente soldi da spendere, niente medicine costose, non saremo più interessanti e il mondo si dimenticherà di noi. Ci accompagneremo l'un l'altro, toglieremo il disturbo in fretta, e se saremo abbastanza intelligenti e furbi, in modo naturale. Detto così, pare perfino bello. Si chiama resilienza, la capacità di trasformare le catastrofi in occasioni di crescita.
1 commento:
bello
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